Con il termine fitoterapia si fa riferimento alla cura di condizioni, patologie o stati psicofisici tramite l’utilizzo di piante medicinali.
Sebbene il termine fu introdotto nel linguaggio medico solo a partire dagli inizi del ‘900 dal medico francese Henri Leclerc, la pratica di prendersi cura del proprio benessere con gli elementi presenti in natura è decisamente millenaria e, prima dell’introduzione della sintesi delle molecole, anche l’unica forma di cura del corpo e della mente per gli esseri umani.
Vediamo allora cos’è e come funziona la fitoterapia.
Quando nasce la fitoterapia
L’uomo ha imparato a distinguere le diverse tipologie di piante e le peculiarità che le contraddistinguono dagli albori della sua vita sulla terra, così come dimostrano le numerose testimonianze storiche risalenti addirittura al 10000 a.C.
Saper identificare una pianta velenosa da una commestibile o curativa, infatti, era condizione necessaria per la sopravvivenza della specie e una forma di conoscenza empirica da tramandare di generazione in generazione, prima in forma orale e poi, con l’avvento della scrittura, tramite papiri e manoscritti.
Con il famoso papiro egiziano di Ebers del 1500 a.C., per esempio, abbiamo un’idea precisa dell’uso di piante ed erbe nell’antica civiltà faraonica. Il papiro costituisce uno dei primi erbari a nostra disposizione nella storia, con tanto di elenco dettagliato di piante ed altri elementi naturali (maggiorana, mandragola, edera, mirra…) e descrizione delle loro proprietà benefiche.
La fitoterapia deve molto, ovviamente, agli antichi greci, in particolar modo ad Ippocrate, padre della medicina, a Teofrasto, padre della botanica, e a Galeno, quello della farmacia.
Ma la pratica di prendersi cura del proprio benessere attraverso le piante medicinali non ha trovato battute d’arresto per tutta la storia antica e moderna, avendo fornito le basi per l’alchimia prima e per la chimica dopo.
Gli studi del ‘700 sulla classificazione scientifica degli organismi viventi e sugli estratti delle piante (in tinture, decotti, essenze), nonché sulle pratiche di estrazione e distillazione, vennero validate scientificamente solo agli inizi del Novecento con la scoperta e l’isolamento di alcuni principi attivi presenti in natura.
Come funziona la fitoterapia
Così come evidenziato, la fitoterapia non costituisce una forma di medicina alternativa, ma una branca della farmacologia a tutti gli effetti, messa da parte nel ‘900 con il fiorire della chimica degli elementi, ma oggi riscoperta e utilizzata in tutto il mondo.
A dimostrarlo sono i numerosi corsi di fitoterapia per medici o farmacisti che oggi vogliono apprendere i segreti di questa antica conoscenza, validata dai numerosi studi scientifici e largamente impiegata anche in ambito veterinario. La fitoterapia per animali domestici, infatti, nasce dall’osservazione degli animali in natura, i quali sanno per istinto quali piante possono loro giovare.
I processi su cui è basata la fitoterapia sono gli stessi della chimica moderna, così come le metodologie utilizzate per la creazione di fitoterapici con un grado molto alto di principio attivo.
La peculiarità di questa forma di medicina sta nella sua azione, ovvero quella sinergica, una strategia terapeutica in grado di agire su più fronti, meno invasiva ma sostanzialmente più integrata. Proprio per questo la fitoterapia è una valida alleata per alleviare sintomi, condizioni o processi fisiologici come stati d’ansia, l’insonnia ma anche la menopausa.
Fitoterapia e menopausa
Contro le tipiche vampate di calore o le sudorazione notturne, studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia di piante officinali come salvia, trifoglio rosso e agnocasto.
La salvia e il trifoglio rosso sono ricchi di enzimi, vitamina B1 e C e di flavonoidi, in particolare isoflavoni, in grado di alleviare le vampate di calore e agire sui i disturbi di ansia e del tono dell’umore tipici della menopausa.
L’agnocasto aiuta ad armonizzare il bilancio ormonale della donna perché agisce nel lobo anteriore dell’ipofisi, dove inibisce la produzione di prolattina attraverso la stimolazione di LH (ormone luteinizzante) e modifica i livelli ematici in grado di migliorare i disturbi neurovegetativi (vampate di calore).
Le tre piante medicinali possono essere assunte in forma di tintura madre, una preparazione liquida a base di principi attivi e soluzione idroalcolica (acqua + alcool) con una gradazione variabile in funzione della solubilità dei principi attivi da voler estrarre.
Fitoterapia per dormire
La fitoterapia costituisce una valida alleata anche per combattere l’insonnia e gli stati d’ansia.
Le piante largamente utilizzate in fitoterapia per favorire il sonno e la quiete sono sicuramente l’escolzia, la passiflora e l’iperico, grazie al gran numero di flavonoidi in essi contenuti, ovvero i costituenti che conferiscono alla pianta proprietà sedative e ipnoinducenti.
Agendo sull’attività cardiaca e riducendo l’attività della corteccia cerebrale, questi principi attivi inducono al rilassamento e al sonno, ma aiutano anche a ridurre ansia e stress.
I principi attivi delle piante non sono presenti soltanto nelle tinture madre, ma in diversi altri preparati come soluzioni idroalcoliche e integratori alimentari.
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